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sabato 7 ottobre 2017

Le scimmie di mare - artenia salina





Le incredibili scimmie di mare

BBC racconta la storia di uno degli animali più resistenti e longevi al mondo e di cui oggi stiamo cominciando a scoprire i segreti.








Uno degli animali più longevi del nostro pianeta può vivere fino a 10 mila anni. Non solo: può sopravvivere alla disidratazione, a temperature vicino allo zero assoluto e oltre quella di ebollizione dell’acqua. Non viene danneggiato né dal vuoto dello spazio né dalle pressioni che si trovano sul fondo degli oceani. L’acido gli fa poco o nulla, così come altissime concentrazioni di sale. Questo animale prodigioso, che a vederlo sembra invece molto fragile e delicato, si chiama artemia salina, un piccolo crostaceo lungo circa una quindicina di millimetri. Zaria Gorvett, una giornalista scientifica freelance, ha raccontato per BBC che finalmente, dopo decenni di studi, stiamo cominciando a scoprire i segreti proprio dell’artemia salina.



Chi era un ragazzo negli anni Settanta probabilmente si ricorderà delle “scimmie di mare”. Era un prodotto che all’epoca aveva un discreto successo e consisteva in una bustina, riempita di una polverina che la confezione definiva “magica”, decorata con disegni di creature simili a sirene o tritoni. Una volta disciolta in un acquario, dopo pochi giorni, la polverina si trasformava in piccole creature, minuscoli crostacei lunghi qualche decina di millimetri. Il fatto che si potesse comprare una bustina di polvere e discioglierla in acqua, come un preparato da cucina, e ottenere in cambio un acquario pieno di creature viventi, fu una delle ragioni del successo di questo prodotto. Quelle creature, le scimmie di mare, non erano altro che esemplari di artemia salina.

Normalmente le scimmie di mare vivono nei laghi e nelle pozze con alta concentrazione salina. Uno dei luoghi dove è possibile trovarne di più è il Great Salt Lake, nello Utah, nel sud ovest degli Stati Uniti. Sono creature antiche, vecchie di almeno cento milioni di anni, e di loro Gorvett fa questa breve descrizione: «Mangiano alghe che filtrano dall’acqua, nuotano a testa in giù, respirano dalle loro gambe – ne hanno 11 paia – e le femmine non hanno bisogno dei maschi per riprodursi». Inoltre hanno tre occhi e, come abbiamo visto, riescono a tollerare concentrazione saline intorno al 50 per cento, molto superiore alla salinità degli oceani, intorno al 3,5 per cento.
Non è facile vivere in questi ambienti così salati. Uno dei problemi che si possono incontrare è che spesso i laghi si ritirano, lasciando gli animali acquatici all’asciutto. Il Great Salt Lake ad esempio, è così poco profondo che se il livello dell’acqua scende di appena trenta centimetri le acque possono ritirarsi per chilometri interi. È una situazione potenzialmente distruttiva per qualsiasi animale acquatico. Le scimmie di mare hanno trovato una soluzione per sopravvivere senza difficoltà a questo rischio.
In condizioni normali, le femmine depongono uova che si schiudono quasi subito. Ma quando il cibo comincia a scarseggiare o quando percepiscono che il livello di salinità aumenta – un potenziale segnale di una diminuzione del livello delle acque – invece delle normali uova producono delle “cisti”, involucri rigidi che al loro interno contengono una larva già quasi completamente sviluppata. La caratteristica interessante di queste cisti è che possono sopravvivere a una perdita del 97 per cento dell’acqua al loro interno. In questa situazione, la ciste blocca tutti i processi vitali ed entra in uno stato di sospensione asciutta che si trova in un punto intermedio tra la vita e la morte.
Quanto può durare questo stadio di ibernazione? Non lo sappiamo esattamente, ma sappiamo che nel 1990 una compagnia petrolifera recuperò da un pozzo di trivellazione molto profondo alcune cisti ibernate. La compagnia le mise in acqua e un certo numero di loro, nel giro di 24 ore, si sviluppò in scimmie di mare perfettamente formate. Quando furono datate con la prova del carbonio-14 si scoprì che erano vecchie di diecimila anni.
Come ci erano riuscite?, si chiede Gorvett. Per avere una risposta bisogna fare un passo indietro e farsi un’altra domanda: come fanno le cisti di scimmie di mare a sopravvivere dopo essere quasi completamente disidratate? Fin dalle elementari sappiamo tutti che l’acqua è fondamentale per la vita. Le cellule viventi sono composte in gran parte di acqua che “sostiene” le varie molecole che le compongono. Togliere l’acqua è come eliminare l’impalcatura che sostiene un intero edificio: proteine, cromosomi e altre componenti crollano, si deformano e, in sostanza, si rompono.

Il trucco è trovare un modo di mantenere la forma delle strutture cellulari una volta eliminata l’acqua. Le scimmie di mare ci riescono grazie ad uno speciale tipo di zucchero, il trealosio, che rappresenta il 15 per cento di tutto il peso di una ciste una volta eliminata tutta l’acqua. Questo zucchero forma una specie di impalcatura alternativa, che sostiene le cellule e gli altri elementi quando la ciste si secca ed entra in ibernazione. In maniera piuttosto sorprendente, liberarsi dell’acqua rende le cisti delle scimmie di mare quasi invulnerabili a tutta un’altra serie di pericoli. Ad esempio, quando la temperatura scende oltre una certa soglia, è proprio l’acqua a diventare letale per gli esseri viventi. Minuscoli cristalli di ghiaccio che si formano all’interno delle cellule diventano come coltelli che lacerano le pareti cellulari. Quando l’acqua si avvicina al punto di ebollizione o a quello di congelamento, si espande, facendo esplodere le cellule che la contengono.

La ragione per questa ultra-specializzazione alla sopravvivenza deriva probabilmente dall’ambiente nel quale si sono evolute le scimmie di mare, cioè i laghi altamente salini, uno degli ambienti più ostili alla vita presenti sulla Terra (non è un caso se il Mar Morto, il lago salato che si trova in Israele, ha proprio questo nome). In questi ambienti c’è poca competizione. Le scimmie di mare sono praticamente l’unica specie che vive nel Great Salt Lake, a parte alcune larve di insetto. Durante la stagione della riproduzione il lago viene letteralmente coperto da miliardi di uova che si schiudono quando la temperatura ritorna a salire nella primavera successiva.

Intorno al lago esiste un’industria che raccoglie le cisti: grazie alla loro resistenza, le cisti possono essere semplicemente impacchettate e spedite in tutto il mondo come mangime per pesci, senza preoccuparsi troppo di conservarle con particolare cura. Ma le cisti di scimmia di mare sono interessanti anche per altri motivi. La scienza medica è molto interessata alle proprietà degli zuccheri che permettono alle cisti di sopravvivere in condizioni di assenza di acqua. Disidratare un vaccino senza fargli perdere le sue proprietà permetterebbe di inviare cure mediche anche in luoghi remoti dove è difficile conservarlo a basse temperature. Alcuni prodotti, conclude Gorvett, basati sulle straordinarie proprietà delle scimmie di mare, hanno già raggiunto la fase dei test clinici.


martedì 12 agosto 2014

" Come fare i finali da mosca ( Software )


Gl'articoli Sipos Art Italy li trovi :https://www.etsy.com/it/shop/SiposArtItaly?ref=hdr_shop_menu






'Calcola finali Wet-Dry', un piccolo utile software studiato per i pescatori a mosca

software messo a disposizione dal Club PescatoriMoscaLodi  link esterno
comunicazione a cura della redazione di Valdaveto.net

Volete cimentarvi nella costruzione dei vostri finali?
Il sito PescatoriMoscaLodi.it  link esterno  mette a disposizione un utile software, ideato e realizzato da Alberto Martinenghi, che calcola (inserendo la lunghezza totale del finale che si desidera costruire) le misure di tutti gli spezzoni che compongono il finale, in versione Wet o Dry.
Si garantiscono ottimi risultati (con fili di qualità), finali equilibrati con un ottimo rapporto velocità-morbidezza-precisione.
È possibile scaricare il programma in formato .zip (210 KB), decomprimerlo, aprirlo ed usarlo a piacimento.
Scarica 'Wet & Dry'
Istruzioni per l'uso di "Wet & Dry".
  • Inserire la lunghezza totale del finale espressa in cm nel campo di testo.
  • Premere il pulsante "Calcola" per visualizzare i risultati.
  • La colonna "diam" indica i diametri del filo, in corrispondenza dei quali troverete la lunghezza in cm di ogni spezzone.
  • Le misure sono al netto dei nodi a barilotto quindi occorre calcolare 4-5 cm in più per ogni spezzone di filo.
  • In fondo allo spezzone più sottile farete una minuscola asolina, alla quale attaccherete il filo che tiene legata la mosca artificiale.
Wet & Dry
Schema generico di finale a nodi
La lunghezza dello spezzone di filo cui sarà legata la mosca artificiale la stabilirete voi di volta in volta, tenendo conto del vostro stile di lancio, della velocità della canna e del tipo di artificiale montato.
Il software "Wet & Dry" è progettato e realizzato dal Club PescatoriMoscaLodi  link esterno  che ne detiene la proprietà intellettuale.
È messo a disposizione a titolo gratuito e a tempo indeterminato.
Se ne raccomanda un uso esclusivamente privato.
Se ne consente l'inserimento e l'uso in altri siti internet purchè sia citata la fonte.

Hai bisogno del filo ideale per la costruzione dei

tuoi Finali ?
Negozio on-line ( fili e finali )



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Pagina pubblicata il 6 maggio 2008 (ultima modifica: 13.07.2014), letta 6760 volte
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sabato 8 marzo 2014

Trota Salmonata.........









                      Trota Salmonata


Filetti di Trota Salmonata

Chi non sa che cos'è la trota salmonata ?

Molte persone sono addirittura convinte che si tratti di una specie a se stante , ma non è così. !

Si definiscono trote salmonate , infatti , tutte le trote di qualsiasi specie  , che abbiano la carne di colore rosato o rosa arancio , come avviene tipicamente nei Salmoni .

Questa colorazione ,  tuttavia non è costante , ma dipende piuttosto dal tipo di alimentazione dei pesci . Quando i salmoni si trovano in mare , ad esempio , si nutrono in larga misura di crostacei plantonici , così come le trote o i salmerini nei laghi .

 Anche nei nostri fiumi , le trote si cibano in buona parte di crostacei , questa volta bentonici , come i gamarridi , il cui esoscheletro è ricco di carotenoidi che vengono assimilati facilmente nei tessuti dei salmonidi , conferendo alla carne quel tipico colo rosa arancio .

Poichè l'alimentazione a base di crostacei è sinonimo di ottima qualità della carne , in cucina le trote salmonate vengono generalmente preferite.

crostacei bentonici , gamarridi ......
Forse la preferenza è anche dovuta a una generale abitudine del consumatore alle carni rosse . Chi alleva trote , per immettere sul mercato trote salmonate , somministra qualche giorno prima della vendita mangimi arricchiti con astaxantina ( un carotenoide ) ottenendo così trote dalla carne coloratissima , che però i crostacei non li hanno mai visti .


Caro .......di che colore la vuoi la trota questa sera , può sembrare una battuta .....ma dosando la quantità si può ottenere il colore arancio in diverse tonalità .




Ecco alcune imitazioni di Gammaridi adatte alla pesca a mosca


               
                                                           

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venerdì 7 marzo 2014

Agenda del pescatore a Mosca




Gl'articoli Sipos Art Italy li trovi :https://www.etsy.com/it/shop/SiposArtItaly?ref=hdr_shop_menu






Ma si dai .......ogni pescatore serio dovrebbe tenere la sua agenda di pesca ......e allora diciamo Grazie a Roberto che l'ha ideata e ce la mette a disposizione , la puoi scaricare in fondo pagina .




Lascia un commento se il post ti è stato  utile



Agenda del Pescatore a Mosca .......e non solo
              2014                              (un regalo di Roberto Daveri)
   








Ciascuno , a seconda delle proprie esigenze o preferenze , ha una sua agenda personale........

Mentre oggi in molti si affidano ai tablet , compiuter o supporti telematici , Roberto preferisce la versione cartacea , gli pare più "Viva" di una schermata di pixel .

Troverete l'agenda ricca di disegni su temi di pesca , frasi di amici e colleghi ed è impreziosita con gli stemmi di una cinquantina di Club e Associazioni , magari c'è anche il tuo Club .


L'agenda è a disposizione di chiunque desideri usufruirne , scaricandola Gratuitamente , e stampandola seguendo le istruzioni in allegato .

                                                  ......e Vai  !!!!!!!

e scarica qui ........http://www.daverifly.it/agenda-PAM_2014.html


ENTRA NEL NEGOZIO

giovedì 6 marzo 2014

La Marmorata allevamento a ciclo chiuso ( apdv Vallagarina )










Marmorata  :  Prove tecniche d' allevamento



Trota Marmorata di 10 kg. pronta per la " Mungitura " presso l'incubatoio di S. Colombano



Siamo alla fine anni 90 , vediamo come si è arrivati a risultati eccellenti nella riproduzione della Trota Marmorata sull ' Adige grazie all' Associazione Pescatori Vallagarina  ( Rovereto ) .


Così si diceva nel loro sito  :  In Vallagarina è in corso oramai da tre anni un importante attività di allevamento della Trota Marmorata che ha portato alla produzione di circa 800 esemplari di 2 anni e mezzo d'età , destinati diventare i futuri riproduttori .

Facendo tesoro delle poche esperienze maturate fino ad oggi , si prospetta , finalmente il passaggio strategico dall'Incubatoio di valle all'impianto ittico a ciclo chiuso , che consentirà di produrre grandi quantità di Trote Marmorate di qualità controllata per il ripopolamento del più pregiato salmonide delle acque Trentine .

Questo è il 1° punto fondamentale per l'evoluzione dell'allevamento,
" L'impianto Ittico a ciclo chiuso " la stessa conclusione presa in considerazione dai Pescatori Valsesiani per i fantastici risultati ottenuti con il Temolo Pinna Blu nel 2013 .( 35.000 avanotti di temolo pinna blu )


Nel dicembre 1999 veniva avviato nell' incubatoio di S. Colombano l'allevamento di un piccolo lotto di Avanotti nati da uova di riproduttori recuperati nel periodo di frega in Adige .
( la differenza fra incubatoi di valle da quelli a ciclo chiuso è proprio questa , quelli di valle devono ogni anno ricercare riproduttori o adoperare le famose scatole Vibert e far schiudere le uova , mentre a ciclo chiuso i riproduttori sono in casa )

Precedenti nostre esperienze effettuate alla fine anni ottanta avevamo messo in chiaro le difficoltà di allevamento di questa Trota , le perdite finali nel passaggio da avanotto a trotella erano talvolta superiori al 50%  , c'era quindi da superare le difficoltà dello svezzamento.


Uova embrionate su telaini di incubazione

La Marmorata in queste prime fasi di accrescimento si dimostrava e si dimostra tutt'ora capricciosa e riluttante nell' assunzione , anche del più sofisticato dei mangimi commerciali o degli alimenti preparati . ( lo stesso discorso è per il Temolo e mi sembra anche del Coregone )
Alla fine accadeva normalmente che gran parte degli avanotti si lasciava morire di stento pur di non ingoiare quanto fornito .
Larve poco dopo la schiusa


Continuavano dicendo ........in dieci anni alcune cose sono cambiate , l'industria aveva migliorato tecnica e qualità di produzione dei mangimi provenienti da esperienze di allevamenti ittici marini , e si presentava la possibilità d' uso dell' Artemia Salina ( piccolissimo crostaceo da fornire vivo , scattante , e decisamente appetibile agli avanotti ) , quindi nuovi prodotti e procedure di prevenzione sanitaria più efficaci .

Artemia Salina


Questo è il 2° punto .....l'alimento e lo svezzamento dei delicati avanotti .


Sempre dal loro sito ........si è concluso che l'uso dell ' Artemia Salina nelle fasi iniziali è indispensabile , ma va fatto con estrema saggezza , è importante il tipo di mangime ma di più il modo di somministrarlo , è fondamentale l'igiene e la prevenzione con adeguati trattamenti .

La fase critica nell'assunzione del cibo dura in realtà qualche mese , prima che la trotella si alimenti a base di mangime , regolarmente e senza problemi .

Avanotti di pesci tropicali in acquario che si nutrono di Artemia Salina



Fare tesoro delle esperienze altrui ....con umiltà e collaborazione aggiungo io .


Sempre dal loro sito ......... ( siamo sempre negl'anni 90 )  ....In alcune zone già da qualche anno si allevano marmorate con buoni risultati  : a Bolzano nell'incubatoio di Vai D' Ega dell' Associazione Pescatori di Bolzano , a Belluno a Celarda nell'allevamento del Vincheto del Corpo Forestale dello Stato , in Slovenia nell' allevamento Statale di Caporetto , in Friuli presso Ente Tutela della Pesca nei due allevamenti di Moggio Udinese e Forni di sotto .

La visita a tutti questi impianti è stata sicuramente molto utile per trarne spunto , ispirazione , e capire numerose idee da esperienze senz'altro positive .

Avanotti cm. 4/6

Giovani Trote età 1 di cm. 9/15


Questo è il 3° punto importante .....scambio di esperienze , questo secondo me , è fondamentale per poter raggiungere questi obiettivi .


Ora io sto facendo questo lavoro di ricerca per mettere a disposizione di tutti la possibilità di incontri fra le varie zone per poter raggiungere nella maggior parte d'italia ad avere incubatoi a ciclo completo con tutte le soddisfazioni che questo comporta .


Avrei ancora molto da dire , ma lo farò in un Post dedicato alla fine della ricerca

sabato 22 febbraio 2014

Cormorano " La Bestia Nera "

Foto: E di questo ? Piccoli bocconi ? Ma che c....!?
A va bè......se mangia solo luccioperca ........possiamo stare Tranquilli


Foto: Ed ecco dove spariscono i pochi lucci residui ...
A però ....mangia anche Lucci .....e mica tanto piccoli ....proprio adesso che ho acquistato l'attrezzatura per la pesca al Luccio con la Mosca

Foto: Ecco dove finiscono le anguille....
Ma no !!!!! ....non ci posso credere ......non è solo il Siluro allora a mangiarsi le anguille.........

A No e .......se mangia anche i Temoli allora mi incazzo .........

E no mio caro .......ogni Cormorano mangia in media dai 400 gr.sino a 900 gr. AL GIORNO

Ah .....vedi che preferisce i Persici ...........e non le Trote e i Temoli !!!!!!!!

Questa però mi sembra una Trota ........ma comunque ne mangerà una ogni tre mesi ......forse.......





Un Piccolo Stormo come quello che vedi in foto DIVORA UNA TONNELATA DI PESCE OGNI TRE MESI

Relazioni con l'uomo e ambiente
Nel passato, molti pescatori professionisti vedevano nei confronti del cormorano un concorrente per la pesca e per questo è stato cacciato fin quasi all'estinzione; in seguito è stato inserito nelle specie protette e il suo numero è esponenzialmente aumentato.
Al momento esistono circa 450.000 uccelli nidificanti in Europa Occidentale e di conseguenza l'aumento della popolazione ha posto ancora una volta il cormorano in conflitto con la pesca e con tutti gli impianti di allevamento del pesce.
Nel Regno Unito ogni anno vengono rilasciate delle licenze che permettono di abbattere un numero predefinito di cormorani per contribuire a ridurre la predazione; è tuttavia ancora illegale uccidere un uccello senza tale licenza poiché risulta un animale protetto.

Pericolosita'e conclusioni
Attualmente la sua presenza è divenuta infestante e molte colonie formate da centinaia di esemplari depredano i nostri fiumi che risultano gravemente impoveriti e che difficilmente potranno sostenere a lungo tale pressione predatoria.
Su molti fiumi e torrenti d'Italia lungo tutto il suo percorso, questi uccelli stanno radicalmente alterando la composizione della fauna ittica, contribuendo a portare alcune specie autoctone addirittura verso l'estinzione totale (lasca, temolo, marmorata, savetta, pigo, alborella, ecc).
Nell'ultimo censimento redatto dalla Polizia Provinciale, nei quattro dormitori ufficiali dislocati sul fiume Adda che da Olginate arrivano fino a Cassano Parco Adda Nord ,(territori che interessano le provincie di Lecco, Monza Brianza,Bergamo e Milano) sono stati stimati circa 900 cormorani.
Considerando le piccole colonie sparse a macchia di leopardo (impossibili da censire)nel tratto sopracitato, il numero di cormorani effettivo potrebbe lievitare a ben oltre i 1000 esemplari.
Vengono spesi ogni anno tanti soldi pubblici per gli incubatoi e per ripopolare il fiume e i laghi; i volontari costruiscono i ghiaieti e le legnaie per favorire la riproduzione dei ciprinidie dei salmonidi; bisogna però chiedersi a cosa serve tutto ciò se poi non viene contrastata la caccia indiscriminata che questo predatore esercita nei confronti dell'ittiofauna.
cliccare qui' per ingrandire l'immagine
foto 1)
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foto 2)
ENTRA NEL NEGOZIOfoto 1)2) scardole,cavedani pighi( quest'ultimi vengono e citatati come specie come minacciata nell'allegato III della convenzione di Berna (fauna protetta) ed è segnalata tra le specie a rischio nella Direttiva Europea "Habitat" 92/43 CEE) mostrano le ferite, a volte mortali inflitte dagli attacchi predatori dei cormorani,la paura è che da queste ferite possano diffondersi pericolose epidemie.
In più aree è stato riscontrato che a poco servono gli attuali strumenti di dissuasione non cruenti (petardi, reti di protezione, nastri colorati) per ridurre la sua azione predatoria per cui si rende necessario un piano ben ragionato e più vasto che coinvolga l'intero territorio nazionale.
Alcune Province (in base alla L.R. n° 31 - art. 139 - punto 7) hanno permesso piccoli piani di abbattimento che riguardano globalmente poche decine di capi, ma questo non è nulla rispetto alla grande quantità di volatili presenti per ben sei mesi nelle nostre acque.
Non si capisce perché vengano concessi piani di abbattimento per cornacchie grigie, nutrie, piccioni, cinghiali, ecc. quando è certamente provato che anche il cormorano altera l'equilibrio della fauna ittica e per quest'ultimo non esiste alcuna possibilità di ridurre in modo signifi cativo la sua azione predatoria.
E' stata resa operante la normativa sul Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) chiamata anche“LEGGE SALVA FIUMI” proprio per salvaguardare il nostro patrimonio ittico, ma i benefi ci apportati non saranno tali se non verranno affrontate celermente e contestualmente tutte le forme di pressione e degrado fi nora descritte che minacciano i nostri fiumi e laghi.

Anche se non ancora ufficialmente provato, alcune colonie di cormorani sembrerebbero divenute addirittura stanziali in alcuni territori .
cliccare qui' per ingrandire l'immagine
foto scattata nel parco Adda Sud il 20/08/2009, periodo in cui il cormorano non dovrebbe essere presente in Italia.
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                                          Cormorani pro e contro